Nell’estate 2018 ACQUAFERT Green è stata nominata general contractor per la realizzazione dei lavori sul campo da gioco dell’Antognolla Golf Club. Un restyling che si inserisce nella valorizzazione di tutta la struttura trasformata in pochi mesi in uno splendido luxury resort.
Antognolla Golf può vantare uno dei più suggestivi ed impegnativi percorsi di tutto il Bel Paese. Con l’arrivo della nuova proprietà si è deciso di rinnovare lo splendido Resort e l’annesso campo da golf. Il percorso è stato rivisto del progettista originario, l’Arch. di fama internazionale Robert T. Jones che ha deciso di modificare alcune buche e ridurre notevolmente il numero dei bunker.
Lo staff di progettazione ha scelto ACQUAFERT Green per dirigere le operazioni di rinnovo, nominandola general contractor. I lavori, che si sono svolti a tempo di record durante un inclemente periodo estivo, hanno riguardato l‘impianto di irrigazione, il sistema di drenaggio e il rifacimento dei bunker.
Il nuovo impianto di irrigazione dell’Antognolla Golf
Il precedente impianto di irrigazione era stato installato circa 25 anni fa in due fasi distinte. All’epoca era stata scelta una soluzione di alto livello, tanto che, a distanza di tanto tempo, l’impianto risultava ancora funzionante, anche se complessivamente inadeguato agli standard richiesti.
Su lamentava, in particolar modo, una scarsa flessibilità e l’impossibilità di irrigare in maniera specifica diverse aree del campo.
Per il nuovo impianto ACQUAFERT Green ha installato un sistema di controllo e automazione Rain Bird® monocavo ICS, con due diverse tipologie di irrigatori per fairway e green ed un raggio d’azione da 21 a 27 metri. Si è optato, invece, per un’irrigazione più puntale e specifica nei tee, anche in considerazione della conformazione “piatta” delle aree di partenza.
In corso d’opera è sorta l’esigenza di aggiungere una micro-irrigazione mirata di supporto per i periodi più siccitosi sulle sponde dei bunker esposti a sud-ovest. Complessivamente sulle 18 buche sono stati interrati oltre 31.000 metri di tubi in polietilene che vanno ad alimentare 930 irrigatori elettrici a comando singolo.
Una fitta rete di drenaggi
Il Golf Antognolla, anche a causa della conformazione del campo, era già dotati di un sistema di drenaggio. Tuttavia le condotte interrate erano insufficienti a mantenere la superficie asciutta e giocabile, soprattutto nei mesi invernali.
Per questo motivo, una delle richieste più importanti del nuovo progetto, ha riguardato proprio la realizzazione di un sistema di drenaggio ad alta efficienza per permettere una piena giocabilità durante tutti i 12 mesi.
Oggi il Golf Antognolla è percorso da circa 14.000 metri di drenaggi profondi collegati a una rete “sand slit” di 53.000 metri di drenaggi superficiali. L’acqua in eccedenza viene poi riciclata a supporto dell’impianto di irrigazione.
La realizzazione dei bunker
I 66 bunker del campo da gioco necessitavano una pesante revisione, così, l’Antognolla Golf ha approfittato del restyling per ridefinirne il numero, la forma e la posizione. Molti sono stati eliminati, i restanti e quelli di nuova realizzazione sono stati rifatti con lo speciale calcestruzzo addizionato a polimeri capillary concrete che drena l’acqua e impedisce alla sabbia di inquinarsi con il terreno sottostante.
Il risultato è una notevole riduzione delle ore di manutenzione e un risparmio nella sostituzione continua della sabbia stessa.
Un’estate a tempo di record
ACQUAFERT Green ha coordinato i lavori guidando in maniera rapida le proprie squadre e quelle dei collaboratori che, come general contractor, era chiamata a dirigere. I mesi estivi hanno reso particolarmente impegnativa l’installazione del nuovo impianto di irrigazione, che non poteva essere spento.
Per prima cosa, quindi, è stato installato il software di gestione, in questo caso il Nimbus II di Rain Bird®, che ha sostituito un vecchio sistema a satelliti di campo senza software di controllo. Il nuovo impianto è stato allacciato al vecchio e, insieme, hanno funzionato in maniera integrata per tutta la durata dei cantieri. Le squadre hanno lavorato rapidamente su ciascuna buca così che in massimo 48 ore potesse essere riaperta e correttamente bagnata.
Il coordinamento degli interventi si è rivelato cruciale ed ha permesso non solo di mantenere il campo giocabile e aperto al pubblico, ma anche salvaguardare il manto erboso durante un’estate particolarmente torrida.