Abbiamo incontrato il direttore del Royal Park I Roveri Marco Aquilino, il progettista Lorenzo Simoni e il greenkeeper Riccardo Russo per farci raccontare come si sono sviluppati i lavori per il rifacimento dell’impianto di irrigazione del percorso Allianz Course by Robert Trent Jones Sr. e come sono riusciti a trasformare un intervento lungo e invasivo in una situazione non solo accettata, ma anche condivisa da staff, soci ed ospiti.
Settimane di lavoro intenso accompagnate da un tempo incredibilmente asciutto che ha permesso di viaggiare a pieno ritmo per tutto l’inverno e di restituire ai soci del Circolo un impianto completamente nuovo con diverse settimane di anticipo. Dall’autunno 2022 alla primavera 2023 il Royal Park I Roveri ha effettuato importanti lavori sui campi da gioco e alle stazioni di pompaggio. Come ci spiega Marco Aquilino:
“Il nostro campo è del 1971 ed è stato fatto con tecnologie che all’epoca erano certamente all’avanguardia, ma ora è tutto diverso. Questo ha comportato oltre che inefficienze energetiche, anche una qualità d’irrigazione non più accettabile. L’impatto economico maggiore era sulle ore lavoro dedicate ogni anno a riparazioni imprevedibili e incontrollate. Qui abbiamo 36 buche su 150 ettari, non possiamo permetterci di disperdere la nostra forza lavoro, soprattutto in stagione di massima affluenza, sottraendo potenzialità alla squadra di manutenzione del campo per i lavori ordinari. In queste condizioni la situazione diventa difficile.”
Lorenzo Simoni, come sono stati organizzati i lavori?
“Realizzare un nuovo impianto di irrigazione su un campo esistente non è semplice. La finestra utile per eseguire i lavori va da ottobre a metà marzo, quando l’irrigazione è ferma, e realizzare un cantiere così importante a nord di Torino in un periodo così breve è ancor più difficile perché le precipitazioni normalmente in questa zona sono di 20-25 giorni e le temperature non sempre favorevoli. Ho pensato il progetto dividendo il percorso delle tubazioni principali sulle aree esterne, che non interferiscono con i giocatori, dalle secondarie, situate all’interno delle aree di gioco, assicurandomi che fossero gestibili in periodi diversi. L’installazione delle linee principali è stata pensata in posizioni che non interferissero sulle attività di gioco del campo, pensando soprattutto a non compromettere le vecchie linee ancora in uso durante il periodo irriguo. Solamente a novembre, una volta spento il vecchio impianto di irrigazione, siamo entrati nelle zone di gioco con attrezzature specifiche: con l’ausilio di un puller o vibrointerratore, ACQUAFERT ha posato le linee secondarie; lo scavo veniva effettuato esclusivamente ogni 20 metri in prossimità dell’irrigatore. Questa tecnica poco invasiva ha permesso di chiudere solo poche buche durante la settimana e durante i weekend per i soci si aprivano tutte le 18 buche. È una questione di organizzazione e di avere a disposizione un’impresa che si adatti a queste esigenze.”
Un cantiere su un campo da golf, per quanto efficiente, è sempre una presenza ingombrante. Marco Aquilino, come siete riusciti a coinvolgere staff, soci e utenti?
“Abbiamo iniziato ad annunciare i lavori ancora prima di mettere il primo uomo sul campo: il Presidente ha scritto una lettera a tutti i soci, ne abbiamo parlato durante la cena sociale, abbiamo cercato di far capire che questo lavoro veniva fatto per consegnare ai soci un campo migliore. Questo è stato uno step essenziale prima di cominciare: raccontare, coinvolgere, comunicare. I soci sono stati molto contenti da subito di questo aspetto, perché ci tengono al campo, hanno un gran senso di appartenenza. In collaborazione con ACQUAFERT abbiamo organizzato un’attività nel cantiere: Francesca e Giorgio, rispettivamente project manager e il capocantiere di ACQUAFERT, Lorenzo Simoni e Riccardo Russo, il nostro greenkeeper, hanno illustrato il progetto, spiegato i metodi d’installazione ed infine accompagnato i soci in una visita al cantiere.
Tutto lo staff interno è sempre stato tenuto aggiornato sull’andamento dei lavori, abbiamo comunicato il work in progress a tutti i livelli, così da far assimilare lo sforzo che si stava facendo. Tutti i nostri collaboratori sono stati portati in campo, Riccardo li ha sempre coinvolti mostrando loro l’andamento dei lavori… per un concetto di squadra, ma anche per metterli nelle condizioni di poter rispondere, in base alle loro competenze, ad eventuali domande da parte dei frequentatori del nostro circolo”
Direttore, quanto ha contato la presenza del progettista per il Royal Park?
“Sicuramente avere a disposizione un progettista come Lorenzo Simoni ancora prima di interfacciarci con un ipotetico aggiudicatario dei lavori è stato determinante per il Royal Park. Le competenze tecniche e l’esperienza di un professionista ci hanno aiutato tantissimo, non solo per definire il progetto più corretto per le nostre esigenze, ma soprattutto per la scelta dell’impresa esecutrice e per dettare i ritmi al cantiere. ACQUAFERT ha dimostrato di possedere le caratteristiche per l’esecuzione di un impianto sul quale faranno perno le scelte agronomiche e lo sviluppo dei prossimi step di crescita del nostro campo.”
Riccardo Russo, la scelta dell’impresa esecutrice quanto ha pesato nella resa finale? Come è stato il vostro rapporto con ACQUAFERT?
“Con gli uomini di ACQUAFERT c’è stata collaborazione, schiettezza, trasparenza, abbiamo sempre assecondato le loro esigenze e viceversa. Hanno avuto da subito la massima disponibilità da parte nostra, lo staff si è da subito ben integrato, hanno dimostrato rispetto per il campo, le attrezzature specifiche sono state di grande aiuto per minimizzare i danni e ridurre i lavori di ripristino, sempre in capo al personale di ACQUAFERT, che si è dimostrato all’altezza del ruolo. L’esecuzione dell’impianto sui green ed in particolare sul putting green, sotto l’occhio attentissimo di Francesca, è stata davvero portata a termine in modo quasi chirurgico. Non solo non hanno rovinato nulla, ma hanno fatto un ottimo lavoro.”
Riccardo Russo, con il nuovo impianto come pensa che cambierà la routine sul campo?
“Già con il controllo da remoto del nuovo impianto e della stazione di pompaggio potrò effettuare, senza l’incognita delle sorprese, il check che prima si doveva fare personalmente in campo. Poi il giro del campo lo farò comunque e sempre, perché si deve vedere e toccare con mano, ma l’impiego della tecnologia ci aiuta a snellire molto questi processi di controllo e mi fa dormire più sereno.”
E secondo lei, da un punto di vista agronomico, cosa cambierà?
“L’aspettativa è molto alta su più livelli. Sicuramente la miglior efficienza di copertura dell’impianto mi permetterà di avere una distribuzione dell’acqua più omogenea, senza aree sovrairrigate e fasce laterali meno bagnate che vanno in sofferenza nei periodi più siccitosi come accadeva in precedenza. Dopo una lavorazione agronomica, in particolare dopo bucature, sabbiature e concimazioni, l’irrigazione successiva sarà molto più veloce ed efficace; potrò scegliere con il comando singolo dove interrompere l’irrigazione in funzione del lavoro fatto, ma soprattutto non ci saranno ristagni. Anche sul green, la scelta del doppio irrigatore mi permetterà una gestione mirata e capillare. Ora potrò fare anche attività di syringing.”
Riccardo, qual è stato il momento più critico?
“Non c’è stato un momento critico, c’era solo un po’ d’ansia che il meteo cambiasse.
Tutto è andato nel migliore dei modi. Certo, il momento del collaudo credo che anche per i tecnici di ACQUAFERT rappresenti sempre un momento di tensione: le aspettative sono alte dopo molti mesi di duro lavoro, perché è pur vero che il meteo è stato clemente, ma non dobbiamo dimenticare che l’impegno di questi ragazzi è stato davvero tanto e sarà premiato con un collaudo positivo”
Ora ACQUAFERT curerà anche i ripristini.
“La fase dei rispristini sta per partire. Ho visto che in alcuni punti sono già iniziati con ottimi risultati, ma si tratta di un lavoro tutto da fare: hanno zollato prima di fare gli scavi degli irrigatori e gli scavi trasversali per l’alimentazione dei fairway. Ora sarà necessario rimettere in quota alcuni irrigatori e qualche pozzetto, poi inizieranno i lavori di ripristino dello scavo della main line. Mi hanno chiesto del terriccio e abbiamo già composto delle miscele che ci permetteranno di poter seminare senza sorprese.”
Francesca Collecorvino, project manager di ACQUAFERT, dopo questa attività il vostro lavoro si concluderà?
“No, ACQUAFERT Green garantisce sempre la sua assistenza in fase di post installazione. In questo caso specifico, abbiamo scelto di rendere ancora più stretta la nostra collaborazione con il Royal Park tanto da concludere una partnership che ci porterà ad essere presenti sul campo anche con l’organizzazione di eventi dedicati agli addetti ai lavori. Continueremo a garantire l’efficienza degli impianti e assisteremo Riccardo nella gestione del sistema.”
Riccardo Russo, qual è stato il momento più entusiasmante dei cinque mesi di cantiere?
“Sicuramente vedere la cabina di pompaggio in azione durante il collaudo! È stato davvero molto emozionante. Abbiamo grandi aspettative.”
Immagini gentilmente concesse dal Royal Park I Roveri